mercoledì 4 novembre 2009

Si al crocifisso nelle scuole!

Corte di Strasburgo: "Via crocifisso dalle aule"
Secondo quanto stabilito oggi dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche costituisce “un violazione alla libertà di religione degli alunni”. La Corte era stata chiamata in causa da una cittadina italiana di origine finlandese, Soile Lautsi, che aveva chiesto la rimozione dei crocifissi nelle aule dell’istituto statale Vittoriano da Feltre di Abano Terme (Padova) dove erano iscritti i due figli. Per Strasburgo il crocefisso rappresenta una “violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convizioni” (Notizia su Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Il Messaggero, Quotidiano.net, Il Giornale, L’Unità,Avvenire, Tgcom, RaiNews24)



Si al crocifisso nelle scuole! Perché?


È un segno che non discrimina ma unisce, non offende ma educa: fuori dalle chiese, in un ufficio pubblico come può essere una scuola, il crocifisso resta un riferimento alla fede per i cristiani, «ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata e assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile e intuibile (al pari d'ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono e ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile».
Ovvero «tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi diritti, riguardo alla sua libertà, autonomia della coscienza morale nei confronti dell'autorità, solidarietà umana, rifiuto di ogni discriminazione». Valori che «hanno impregnato di sé tradizioni, modo di vivere, cultura del popolo italiano». In questo senso «il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte "laico", diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni».

Con la sentenza numero 556/2006 del febbraio 2006 la sesta sezione del Consiglio di Stato presieduta da Giorgio Giovannini ha fissato alcuni punti fermi, in termini strettamente giuridici, in un dibattito, quello sulla libertà religiosa e sulla laicità della Repubblica italiana, troppo spesso ispirato da interpretazioni che gli stessi giudici hanno descritto come «ideologiche».
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=46921


Cosa vogliamo fare?
Vogliamo manifestare il nostro disappunto, vogliamo mostrare la nostra volontà di salvare la nostra identità. Per fare ciò ci stiamo attivando con:

Gruppo su Facebook Si al crocifisso nelle scuole!

Partecipando alla petizione indetta da Il tempo:

L'appello: giù le mani dal Crocifisso
Centinaia di adesioni: ecco nomi

La Corte dei Diritti dell'Uomo: "Via dalle aule". Pronto il ricorso del governo.
Parte la raccolta di firme a difesa del simbolo. Per aderire CLICCA QUI.

"Il Tempo" si mobilita per difendere l’esposizione del crocifisso nelle scuole. Il governo italiano ha deciso di ricorrere tempestivamente contro la sentenza di Strasburgo: ma questa non può che essere una prima mossa istituzionale per difendere un simbolo di portata universale e alla base dei nostri valori.

Chiedo al governo e al Parlamento l’adozione di misure esecutive e legislative che tutelino l’esposizione del crocifisso nelle scuole pubbliche del nostro Paese. La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha negato al simbolo della Croce il valore di accoglienza, tolleranza, rispetto reciproco, protezione della persona, che sono radici della cultura e del comune sentire degli italiani. La laicità e la libertà di culto vengono garantite dalla nostra Costituzione: ma questo non può consentire la mortificazione di quel Cristo che trascende con la Sua figura universale il puro ambito religioso.

I lettori possono aderire all’appello rivolto dal giornale all’organo esecutivo e a quello legislativo inviando una mail indicando nome e cognome oppure tramite fax al numero 06-67588279 o infine digitando un sms (al normale costo dell’operatore telefonico d’origine) al 339.63.04.994. Le firme verranno raccolte e presentate alle autorità istituzionali: una selezione dei messaggi verrà anche pubblicata, nei prossimi giorni, sulle pagine del quotidiano e nel sito internet.

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